Di fronte alla contrazione sempre più marcata della pesa farmaceutica convenzionata, la crescita economica della farmacia è da tempo in difficoltà. È ora di abbandonare speranze illusorie sulla ripresa di quest’area, che non potrà più essere la sola a sostenere la farmacia. «La flessione del fatturato derivante dalla cessione dei farmaci convenzionati è un processo contro il quale il farmacista può fare ben poco. Se si riducono le prescrizioni e aumenta la genericizzazione dei medicinali, abbassandone i prezzi, il risultato è inevitabilmente meno farmaci venduti con un margine sempre più basso. È impensabile credere che quest’area torni ai livelli di un tempo. Il futuro e la sostenibilità economica della farmacia devono ora passare per altre vie». La direzione più promettente è la formula usata con la nuova remunerazione aggiuntiva, prospettata con lo schema di decreto emanato a settembre 2021. «Finalmente viene assegnata al farmacista una remunerazione indipendente dal prezzo dei farmaci venduti. Una remunerazione erogata dal Sistema sanitario per l’atto professionale del farmacista».
Il riconoscimento ai farmacisti di una remunerazione al netto dei margini dei farmaci da parte del Sistema sanitario nazionale rappresenta una svolta notevole per il settore, per la professione e per il futuro della farmacia, aprendo la strada a un sistema di remunerazione misto, che somma un contributo economico per l’atto professionale ai margini dei medicinali a carico del Ssn. Un risultato ottenuto con l’impegno dimostrato dai farmacisti durante l’emergenza sanitaria. «La remunerazione aggiuntiva è l’inizio di una svolta epocale per i farmacisti, il cui lavoro è riconosciuto con una remunerazione che non è più esclusivamente legata al margine sul prezzo dei farmaci venduti, ma diviene una quota erogata per l’atto professionale. Un processo che è solo all’inizio, al quale Federfarma lavora da tempo, ma che solo ora trova lo scenario giusto per essere avvalorato anche dalle istituzioni».
Accanto al sistema di remunerazione misto si auspica un potenziamento della Distribuzione per conto (Dpc). «Diminuire la distribuzione diretta, cercando di portare sempre più farmaci in farmacia è, a mio avviso, l’altra strada da percorrere per mantenere la sostenibilità economica della farmacia, a fronte del calo costante della spesa farmaceutica convenzionata». Secondo il rapporto dell’Aifa, quest’ultima ha subito una flessione considerevole durante la pandemia. In merito alla spesa farmaceutica convenzionata nel triennio 2018-2020, ovvero quella relativa alle Dcr prodotte dalle farmacie territoriali pubbliche e private, nel rapporto Aifa si legge che «per quasi tutte le regioni si osserva un andamento decrescente nel tempo». Sulla distribuzione regionale l’Aifa aveva precisato che che «un trend decrescente della spesa convenzionata tra dicembre del 2017 e dicembre del 2020 più marcato si può osservare per Marche (-14,5%) e Abruzzo (-14,1%) (Figura 3.b), Puglia (-10,7%) e Piemonte (-9,5%) (Figura 3.c). Unica regione per cui si osserva un trend lievemente crescente è la Lombardia (+2,4%), tuttavia per il 2020 la spesa rimane al di sotto del tetto regionale».